sabato 3 agosto 2013

La canzone di Marinella di Fabrizio De André

LA CANZONE DI MARINELLA DI FABRIZIO DE ANDRE’
PRIMA DI GUARDARE.
1) Rispondi alle seguenti domande con un/a compagno/a.
  1. Che cantautori italiani conosci?
  2. Conosci cantautori conosci in generale?
  3. Sei un cantautore/ una cantautrice e devi scrivere una canzone, di cosa parli?


    Canzone dell'amore perduto di Fabrizio De André

2) Leggi il seguente brano su FABRIZIO DE ANDRE.
« ...pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.  
»


(Fabrizio De André, Amico fragile)
Fabrizio Cristiano De André (Genova, 18 febbraio 1940  Milano, 11 gennaio 1999) è stato un cantautore italiano.
Viene spesso citato anche con l'appellativo "Faber", datogli dall'amico d'infanzia Paolo Villaggio in riferimento alla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell[1]. Tale soprannome godrà di una certa popolarità presso il grande pubblico negli anni successivi alla morte dell'artista.
In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in varie antologie. Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli, prostitute e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie[2], tanto da essere inserite in varie antologie scolastiche di letteratura. 
Di simpatie anarchiche, libertarie e pacifiste[5], è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato la lingua ligure; ha esplorato inoltre, in misura minore, altri idiomi come il gallurese e il napoletano[8].
La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole subito dopo la prematura scomparsa


Dolcenera


L’importanza di De André
« De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano » (Nicola Piovano)

Don Raffaé




Gli estimatori di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la coerenza artistica con cui egli, nella società italiana del dopoguerra, scelse di sottolineare i tratti nobili ed universali degli emarginati, affrancandoli dal "ghetto" degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà umana con la cattiva coscienza dei loro accusatori.[82]Il cammino di Fabrizio De André ebbe inizio sulla pavimentazione sconnessa ed umida del carruggio di Via del Campo, prolungamento della famosa Via Pré, strada proibita di giorno quanto frequentata la notte. È in quel ghetto di umanità platealmente respinta e segretamente bramata che avrebbero preso corpo le sue ispirazioni; di ghetto in ghetto, dalle prostitute alle minoranze etniche, passando per diseredati, disertori, bombaroli ed un'infinità d'altre figure. Nella sua antologia di vinti, dove l'essenza delle persone conta più delle azioni e del loro passato, De André raggiunse risultati poetici che oggi gli vengono ampiamente riconosciuti.

SCRIVI DUE DOMANDE DA FARE AI COMPAGNI E SCRIVI TRE RISPOSTE A SCELTA MULTIPLA. I COMPAGNI DEVONO SCEGLIERE LA RISPOSTA CORRETTA
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MENTRE GUARDI E ASCOLTI. Cerchia i verbi al passato remoto e sottolinea i verbi all’imperfetto.
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.


DOPO AVER GUARDATO E ASCOLTATO.
Discuti con i compagni in classe
  1. Qual è l’argomento della canzone?
  2. Come viene descritto l’innamorato di Marinella?
  3. Che genere pensi sia questa canzone?
  4. Scrivi con un compagno due o tre versi di una canzone usando il passato remoto


La storia della canzone


Il celebre brano trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1953 e precisamente il ritrovamento nel fiume Olona tra Rho e Milano del corpo crivellato di colpi di una ballerina/prostituta, una certa Maria Boccuzzi. 

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