LA
CANZONE DI MARINELLA DI FABRIZIO DE ANDRE’
PRIMA
DI GUARDARE.
1)
Rispondi alle seguenti domande con un/a compagno/a.
- Che
cantautori italiani conosci?
- Conosci
cantautori conosci in generale?
- Sei
un cantautore/ una cantautrice e devi scrivere una canzone, di cosa
parli?
Canzone dell'amore perduto di Fabrizio De André
« ...pensavo
è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra. » |
|
|
(Fabrizio
De André, Amico
fragile)
|
Fabrizio
Cristiano De André (Genova, 18
febbraio 1940 – Milano, 11
gennaio 1999)
è stato un cantautore italiano.
Viene
spesso citato anche con l'appellativo "Faber",
datogli dall'amico d'infanzia Paolo
Villaggio in
riferimento alla sua predilezione per i pastelli
della Faber-Castell[1].
Tale soprannome godrà di una certa popolarità presso il grande
pubblico negli anni successivi alla morte dell'artista.
In
quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso
tredici album in
studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e
poi riedite in varie antologie. Molti testi delle sue canzoni
raccontano storie di emarginati, ribelli, prostitute e
sono state considerate da alcuni critici come vere e
proprie poesie[2],
tanto da essere inserite in varie antologie
scolastiche di letteratura.
Di
simpatie anarchiche, libertarie e pacifiste[5],
è stato anche uno degli artisti che maggiormente hanno valorizzato
la lingua
ligure;
ha esplorato inoltre, in misura minore, altri idiomi
come
il gallurese
e
il napoletano[8].
La
popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno
spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi,
biblioteche e scuole subito dopo la prematura scomparsa
Dolcenera
L’importanza
di De André
« De
André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per
definizione, passa. Le
canzoni di Fabrizio restano »
(Nicola
Piovano)
Don Raffaé
|
|
|
|
Gli
estimatori di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la
coerenza artistica con cui egli, nella società italiana
del dopoguerra,
scelse di sottolineare i tratti nobili ed universali degli
emarginati, affrancandoli dal "ghetto"
degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà
umana con la cattiva coscienza dei loro accusatori.[82]Il
cammino di Fabrizio De André ebbe inizio sulla pavimentazione
sconnessa ed umida del carruggio di Via
del Campo,
prolungamento della famosa Via Pré, strada proibita di giorno quanto
frequentata la notte. È in quel ghetto di umanità platealmente
respinta e segretamente bramata che avrebbero preso corpo le sue
ispirazioni; di ghetto in ghetto, dalle prostitute alle minoranze
etniche, passando per diseredati, disertori, bombaroli ed un'infinità
d'altre figure. Nella sua antologia di vinti, dove l'essenza delle
persone conta più delle azioni e del loro passato, De André
raggiunse risultati poetici che oggi gli vengono ampiamente
riconosciuti.
- ________________________________________________________________________
a.
______________________________________________________________________
b.
_____________________________________________________________________
c.
______________________________________________________________________
- ________________________________________________________________________
a.
______________________________________________________________________
b.
_____________________________________________________________________
c.
______________________________________________________________________
Questa
di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani suoi tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
DOPO
AVER GUARDATO E ASCOLTATO.
Discuti
con i compagni in classe
- Qual è l’argomento della canzone?
- Come viene descritto l’innamorato di Marinella?
- Che genere pensi sia questa canzone?
- Scrivi con un compagno due o tre versi di una canzone usando il passato remoto
La storia della canzone
Il
celebre brano trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente
accaduto nel 1953 e precisamente il ritrovamento nel fiume Olona tra
Rho e Milano del corpo crivellato di colpi di una
ballerina/prostituta, una certa Maria Boccuzzi.
Nessun commento:
Posta un commento